Fortezza di Avenza
| I resti della Fortezza oggi... |
E nel 18° secolo. |
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La cittadina di Avenza, dominata dai resti della sua un tempo potente
fortezza, sorge nel comune di Carrara. E' facilmente raggiungibile da
Firenze seguendo la A11 Firenze-Mare fino al collegamento con la A12 Livorno-Genova,
questa fino all'Uscita per Massa. Seguendo le indicazioni per Marina di
Massa dopo circa 4 chilometri giungiamo a destinazione.
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Le origini di Avenza, si perdono nella notte dei tempi. Il toponimo trae
origine dal nome del corso d'acqua sul quale è costruita: il 'Flumen
Aventia' che si trova sulla 'Tabula Peutingeriana'
(nota mappa stradale tardo romana oggi conservata a Vienna),
di origine celto-ligure [A-enza = al fiume] poi latinizzato. Tracce archeologiche
dell'epoca romana sono state ritrovate nel 18 secolo e anche più
recentemente nell' adiacente zona di Nazzano. La memoria scritta più
antica risale al 950 d.C., ed è ugualmente considerata altomedievale
la colonna di pietre grezze rinvenuta nella controfacciata della chiesa
parrocchiale (VI-VII sec).
La sua posizione sull'antica via Aemilia Scauri (poi
'Romea' o 'Francigena'), e sul mare (che allora la lambiva)
a poco più di 3 Km dall'antica città di Luni (ormai in decadenza),
ne favorirono lo sviluppo nel medioevo, sia come centro per l'esportazione
del marmo che come approdo e transito di mercanzie e bestiame. Entrata
nel 13° secolo nella vicaria di Carrara, munita di mura assume importanza
strategico militare come 'Castello', più volte rafforzato: nel
14° sec. da Castruccio Castracani signore di Lucca
e nel 15° secolo dai Malaspina. Nella seconda metà del '500
Alberico I Cybo Malaspina ne agevola il rilancio dopo la crisi che l'aveva
colpita nei decenni precedenti, con bonifiche della pianura, ristrutturazione
delle fortificazioni, ed esenzioni per gli abitanti. Nel 1848 la popolazione
avenzina tenta la scissione dal comune di Carrara, cavalcando le vicissitudini
della prima guerra d'indipendenza, tentativo ripetuto più volte
senza successo.
Il grande torrione superstite della fortezza è
attribuito tradizionalmente a Castruccio Castracani, in realtà
è il frutto di una serie di rifacimenti ed aggiunte all'antica
rocca operati nel corso del 15°,16° e 17° secolo,
per adeguarla all'uso delle armi da fuoco. Osservando la parte sbrecciata
si possono osservare cornicioni marmorei a tortiglione quattrocenteschi
inglobati in murature posteriori nonché chiari segni di una sopraelevazione
con una corona di troniere avvenuta verosimilmente alla fine del '600.
Il fortilizio, dopo l'unità d'Italia, fu venduto dallo Stato Italiano
a privati come cava di pietre e nel 1883 è stato salvato dalla
totale distruzione solo grazie alll'intervento dello storico tedesco Theodor
Momsen. Prima del suo saccheggio scientifico era formato da tre
torrioni rotondi ed uno a pianta quadrangolare. Già nel
1859 l'apertura di una strada lo aveva separato dal resto del complesso
castellano costituito dal cinquecentesco 'casino del principe'
con torre d'angolo che sorgeva sull'angolo opposto della
cinta muraria cittadina, tuttora esistente sebbene profondamente alterato:
sulla facciata reca una lapide secentesca proveniente dalla cappella della
fortezza. Altri resti castellani: la porta a monte del
borgo incastellato e vari frammenti della cinta muraria cittadina. Ecco
come appariva Avenza quando le sue fortificazioni erano ancora integre:
 
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