Castello di Salamarzana - Rocca Fiorentina
La 'Torre Grossa' costruita sul preesistente cassero
del castello di Salamarzana. Una delle torri/porta della cinta
esterna..
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Fucecchio è raggiungibile seguendo la superstrada FI-PI-LI,
dista 7 chilometri dall'uscita Empoli Ovest.
L'origine
di Fucecchio è oscura. Tralasciando le leggende che lo vogliono
borgo fondato da una comunità di esuli Greci che risalirono l'Arno,
fu certamente abitato fin dal tempo Etrusco prima e Romano poi, ma di
questa era non esistono importanti testimonianze storiche, salvo alcuni
piccoli ritrovamenti archeologici presso Ponte a Cappiano. Le prime fonti
scritte che citano Fucecchio risalgono al 10° secolo e proprio grazie
a queste, nelle quali si parla di 'Borgo Nuovo di Fucecchio' abbiamo la
conferma della sua antichissima storia. Del resto il nome che ancora oggi
porta la piazza principale e quello dell'antico castello, Salamarzana,
deriva dal culto pagano del dio Marte ['Sala Marzana' significa 'Corte
di Marte].
La Rocca Fiorentina, che sorge sul sito e sui resti
del
Castello di Salamarzana, domina il centro storico di
del paese da un'altura dalla quale in età feudale i Cadolingi [famiglia di origine Longobarda, fondatori della più antica fortificazione
e signori dela zona fino al 1113], controllavano il guado ed il ponte
[all'epoca in legno, il 'Ponte Bonfiglio'] all'intersezione
tra la via Francigena e l'Arno. L'intero complesso è oggi racchiuso
nell'area del Parco Corsini, recentemente restaurato e reso liberamente
fruibile.
Proprio
dal palazzo Corsini si accede alla contigua area fortificata
dominata dalle torri della Rocca fatta erigere nel 1322 dai
Fiorentini, nel corso della guerra contro Castruccio Castracani, signore
di Lucca, con lo scopo di garantire la fedeltà alla parte Guelfa
dell'ex Valdarno lucchese, passato all'alleanza con la città del
giglio.
L'imponente costruzione era costituita da due
torri maggiori, la 'torre grossa' e la 'torre
di mezzo', e da una minore (detta
Pagliaiola),
circondate da una doppia cinta muraria dotata di alcune
torri di minori dimensioni e fortificazioni all'altezza
delle porte
di accesso. Oggi il complesso è in rovina soprattutto
a causa dei danneggiamenti subiti durante la seconda guerra mondiale.
La 'torre grossa' sorge sul luogo del precedente
cassero (la cui base
in pietra si differenziano dai mattoni in cotto del
resto della costruzione), risalente alla prima età comunale (secoli
12-13°) a sua volta
edificato, con tutta probabilità, sugli avanzi della più
antica torre del castello Cadolingio di Salamarzana (secolo 11°).
La fortificazione ha sempre svolto un importante ruolo di controllo
del
crocevia fucecchiese e del ponte sull'Arno.
Guardata
da una guarnigione inviata dalla città dominante, essa aveva anche
lo scopo di tenere a freno l'inquieta popolazione locale e di reprimere
i fermenti antifiorentini che si manifestarono frequentemente nel corso
del Trecento. Le torri furono utilizzate, oltre che come luoghi
di avvistamento,
anche per comunicare con i centri vicini mediante segnali di fuoco o di
fumo, specialmente con la rocca di San Miniato, dove, dal 1370, aveva
sede il Vicario fiorentino con giurisdizione sul medio Valdarno inferiore.
Destinate
a usi militari fino a tutto il 14° secolo, le fortificazioni persero
l'importanza strategica originaria nel primo quattrocento, dopo che Firenze,
conquistata Pisa, ebbe consolidato la frontiera
occidentale, attestando
il proprio caposaldo antilucchese tra Montecarlo ed Altopascio.
Da allora la rocca, pur restando di proprietà di Firenze,
fu affidata al Comune di Fucecchio che l'affittò a privati,
divenendo così un'appendice dell'adiacente 'palagio',
edificato su parte delle più antiche mura castellane.
All'interno questo edificio conserva tracce evidenti delle precedenti
costruzioni medievali, essendo
formato
da almeno due corpi di fabbrica riuniti durante le ristrutturazioni del
secolo 15°.
Dal 1460 il palazzo divenne centro amministrativo di una grande fattoria
e proprietà Medicea. L'area fortificata, che aveva perduto ogni
interesse strategico, fu utilizzata come deposito di derrate agricole.
Nel 1643 la fattoria fu acquistata dai Marchesi Corsini, che nel 1864
divennero proprietari anche della rocca, acquistandola dal Comune. Nel
1981 quest'ultimo ha riacquistato l'intero complesso, poi restaurato e
destinato a uso pubblico (museo della città, parco, biblioteca,
archivio storico, servizi sociali).
 
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