Castello di Meleto
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Il fronte settentrionale con i due torrioni
cilindrici.
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L'ingresso principale attorno al quale sono
visibili i resti della bastionatura.
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Meleto sorge nel comune di Gaiole in Chianti lungo la
SS408 che porta dal Valdarno verso Siena.
Le
origini di Meleto risalgono al XI� secolo come possedimento dei monaci
vallombrosani della vicina Abbazia di Coltibuono. Il primo feudatario
del castello risulta essere stato un certo Guardellotto. Quest'ultimo
fu spogliato di tutti i suoi beni a causa di contrasti sorti con l'imperatore
Federico I Barbarossa il quale affid� Meleto alla locale famiglia dei
Firidolfi, gi� insediati in altri castelli della zona. Da qui ebbe origine
il ramo dei Firidolfi detto appunto 'da Meleto' mentre un'altra divisione
della famiglia dette vita a quello dei Ricasoli Fibindacci che legheranno
fortemente il loro nome alla storia di questi luoghi del Chianti.
La
posizione strategica, su un colle a diretto controllo della sottostante
strada di collegamento fra il Valdarno superiore e il Chianti, oltre
che la vicinanza con il confine fra i territori controllati dai senesi
e quelli fiorentini, dei quali il castello era l'ultimo baluardo, resero
Meleto una delle fortificazioni principali del Terziere della Lega del
Chianti capitanato da Gaiole. Per questi motivi il castello fu per secoli
teatro di guerre senza per� subire gravi distruzioni.
L'impostazione
essenzialmente 'militaresca' dell'insediamento pu� essere riscontrata
ancora oggi nonostante le trasformazioni subite nel XVIII secolo: la
forma a quadrilatero irregolare, quasi un trapezio, con la presenza al
centro della torre del cassero, sebbene notevolmente abbassata, ci mostrano
un classico esempio di castello-recinto.
Nel
1478 il castello fu occupato dall'esercito Aragonese alleato con Siena
ma due anni dopo fu prontamente riconquistato dai fiorentini che eseguirono
notevoli lavori di rafforzamento delle strutture. Praticamente le addizioni
del 1480 sono ancora intatte e consistono in due possenti torrioni cilindrici
bastionati dotati di apparato difensivo a sporgere ai due angoli meridionali
(i pi� esposti); di ballatoi in mattoni, anch'essi con beccatelli e archetti
per la difesa piombante, ai due angoli settentrionali aggettanti sul
margine del colle, gi� naturalmente meglio difesa; la parziale bastionatura
delle cortine murarie verso l'unica strada di accesso e l'inserimento
di feritoie e troniere, in parte scomparse, lungo il perimetro delle
mura. Grazie a tutto questo nel 1529 Meleto resistette vittoriosamente
all'assedio delle truppe imperiali.
Mai distrutto attraverso dispute, assedi e battaglie il castello fu
trasformato in villa nel 1700 e le sue difese in parte smantellate. I
suoi interni, visitabili con guida a pagamento, hanno ancora oggi l'aspetto
di questo periodo con sale decorate e affrescate e un particolare teatrino
del 1742 provvisto tuttora delle sue sette scenografie originali. Meleto
rimase propriet� della famiglia Ricasoli fino ad una trentina di anni
fa, oggi � sede di una azienda agricola produttrice di vini.
 
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