Castello di Ranco
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| I ruderi di Ranco immersi nella foresta. |
Cosa resta della torre minore. |
I ruderi del castello di Ranco si trovano nella proprietà privata
dell'agriturismo 'Rancaccio'. Si raggiungono da Arezzo percorrendo la
SS73, giunti in località Molino Nuovo
si prosegue sul vecchio tracciato senza imboccare il nuovo tratto a quattro
corsie. Dopo circa 1 km troviamo sulla destra la segnalazione turistica
per la Pieve di Ranco insieme ad un vecchio
cartello con scritto Pieve a Ranco. La stretta
strada, che passa sotto la nuova SS73, ci porta oltre il torrente Cerfone
fino alla pieve dove è consigliabile lasciare l'auto. Si prosegue
a piedi lungo una strada sterrata per circa un altro chilometro. Nell'ultimo
tratto costeggiamo i ruderi del castello, protetti da una recinzione di
filo spinato.
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Gli imponenti ruderi del castello di Ranco portano ben impressa quella
che un tempo era la loro potenza. Coronano un rilevo roccioso a dominio
della valle del torrente Cerfone, nell'alta Val Tiberina, in
posizione strategica ai confini del territorio comunale di Arezzo. La
costruzione del castello nella sua forma attuale è dei secoli XII°
e XIII°, precedenti insediamenti sul sito sembrano comunque risalire
al VI° e VII° secolo, quando Bizantini e Longobardi
si contendevano questa zona. Simbolo della feudalizzazione del contado
aretino da parte di potenti famiglie laiche, Ranco, roccaforte dei Tarlati
di Pietramala fino al 1439, è considerato una delle più
antiche testimonianze storico architettoniche della zona. Fu poi ceduto
a Baldaccio d'Anghiari, famoso capitano di ventura, e in seguito
venduto ai Brandaglia, nobili aretini. A testimonianza della sua
antica potenza resta il fatto che Ranco fu segnato nella mappa della Val
di Chiana disegnata da Leonardo da Vinci nel 1502 e nell'affresco
raffigurante la carta della Toscana dipinta nella Galleria delle carte
geografiche del Vaticano.
La condizione attuale di Ranco è di forte rovina ma è abbastanza
semplice leggerne le caratteristiche costruttive. L'insediamento fortificato
era costituito da un grande mastio quadrato, residenza dei signori,
affiancato da un'altra torre leggermente più piccola, anch'essa
quadrata e con la stessa caratteristiche costruttive del mastio. Della
struttura principale resta curiosamente in piedi tutto il fronte nord,
sul quale sono ancora visibili alcune belle finestre con architrave a
semivolta, mentre sono ridotti alle fondamenta quello est e ovest e ben
poco resta anche di quello sud. Su quest'ultimo lato si ergeva la seconda
torre , anch'essa ormai quasi completamente crollata. Le due torri sono
circondate da un'alta e spessa cortina muraria di forma irregolare
che si adatta perfettamente alla morfologia del terreno. Di questa restano
in buona condizione larghi tratti sui fronti sud ed est, dove possiamo
ammirare anche una primordiale bastionatura, eseguita con pietre di forma
irregolare, con lo scopo principale di allargare la base del recinto fortificato
e far fronte alla nuova tecnica d'assedio di scavare tunnel sotto le mura
per minarle e farle franare. Sul lato nord della cortina si apriva l'unica
porta di accesso al recinto; su questo lato, fra la cortina esterna e
le due torri, si trovava il cortile interno, con altri edifici minori.
Tutto l'insieme è invaso dalla vegetazione e a rischio di ulteriori
crolli.
  
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