Castello Cacciaconti Trequanda
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Il Castello dei Cacciaconti.
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La parrocchiale dei Santi Pietro e Andrea.
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Trequanda sorge ai margini orientali del territorio delle Crete Senesi,
si raggiunge da Sinalunga [uscita Val di Chiana/Bettolle della A1] percorrendo
la SS38 direzione S.Giovanni d'Asso/Torrenieri o dalla scenografica direzione
opposta da Siena seguendo la SS438 fino ad Asciano proseguendo poi verso
San Giovanni d'Asso.
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Il borgo medievale di Trequanda, coronato da ciò che resta dell'antico
castello dei Cacciaconti, occupa un colle a 462 metri posto fra la Val
di Chiana e la Val d'Asso. L'origine dell'insediamento è oscura
come quella del suo nome, anche se alcuni storici lo attribuiscono all'eroe
mitologico etrusco Tarkon [Tarconte] essendo probabile la frequentazione
etrusca del sito. Al 'mistero' sulla storia di Trequanda ha fortemente
contribuito nel 1384 l'incendio dell'archivio aretino che conteneva le
documentazioni in merito al suo territorio. E' comunque possibile che
già prima dell'anno 1000 il castello fosse governato dai conti
Cacciaconti della Berardenga, che sicuramente ne erano i signori alla
metà del 1100. Anche Federico II confermò nel 1220 in feudo
queste terre ai Cacciaconti, famiglia di nobile origine Franca.
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La posizione di Trequanda, a controllo della strada che passando per
Asciano portava a Chiusi, non mancò di attirare le mire della potente,
e vicina, Siena. La Repubblica Senese non si lasciò sfuggire occasione
per intromettersi nelle controversie riguardanti il borgo. Ma gli abitanti
non erano molto felici di queste ingerenze e vi si opposero fortemente
fino a fare di Trequanda una delle basi della ribellione contro il governo
Guelfo di Siena. Nel 1289 Siena ebbe definitivamente la meglio e il castello
rischiò di essere demolito per prevenire future insurrezioni. Attorno
al 1330 i Cacciaconti vendettero il maniero ai Franzesi di Staggia
e sette anni dopo i nuovi proprietari lo donarono a Siena. Già
nel 1313 tutto il suo territorio era sotto il controllo diretto dei senesi.
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Questo fu il periodo di massimo splendore del borgo, interamente circondato
da una cinta muraria merlata di forma irregolare, con cinque torri e tre
porte, che si congiungeva al torrione rotondo del castello, posto al vertice
dell'abitato. Delle mura restano scarse tracce, riconoscibili soprattutto
sul fronte nord-est dove non vi si sono addossate abitazioni, mentre delle
tre porte la Porta al Sole e la Porta al Borgo sono intatte, scomparsa
completamente la Porta Buggea che si trovava sotto il castello.
Del castello, a pianta trapezoidale, non restano grandi tracce della sua
costruzione originaria in quanto gravemente danneggiato durante la seconda
guerra mondiale. Il torrione è stato ricostruito. Restano parte
delle mura con basamento a scarpa e una seconda torre, quadrata e oggi
scapitozzata, sul margine della piazza centrale del paese. Il complesso
è privato, di proprietà di una banca.
A Trequanda merita di essere nominata la duecentesca parrocchiale dei
Santi Pietro e Andrea. Si tratta di una bella costruzione romanico-gotica
con la particolare facciata rivestita a bozze di pietra bianca e ocra
che formano un motivo a scacchiera.
 
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