Castello di Bibbiano
Bibbiano si trova a 4 chilometri di distanza da Buonconvento, centro
fortificato della Val d'Arbia, sulla SS2 Cassia. Si raggiunge facilmente
seguendo le chiare indicazioni.
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| La porta principale. |
Il castello di Bibbiano domina l'alta valle dell'Ombrone su un poggio
a poca distanza da Buonconvento. L'insediamento
fortificato è presente in loco almeno dall'850, proprietà
del conte longobardo Guinigi di Reghinari, legato imperiale al
tempo di Ludovico II. Il nome Bibbiano deriva da 'Bibbio' (in latino bibianum),
uccello acquatico simile all'anatra del quale erano ricche queste terre
chiamato anche Fischione.
Proprietà dei Guiglieschi, nel 1051 l'imperatore Arrigo
III lo consegnò alla protezione dell'Abbazia di Sant'Antimo.
Poi Bibbiano passò ai conti Cacciaconti che nel 1197 lo
donarono alla Repubblica Senese che provvedette al rinforzamento
delle strutture. Ulteriori aggiunte e restauri furono portati avanti nel
1338 e nel 1400. In questo periodo fu ospite del castello Pietro Lorenzetti
dipingendo qui la sua ultima opera, l'Annunciazione. Più
volte danneggiato, all'inizio del XVI° secolo il complesso fu acquistato
dal cardinale Raffaello Petrucci che lo fece restaurare da Baldassarre
Peruzzi il quale dipinse una splendida Madonna proprio nella cappella
del castello. Altri importanti passaggio portarono Bibbiano prima nelle
mani dei Borghese, dei Chigi e dei Malavolti di Siena. Nell'ultimo secolo
il castello fu dichiarato monumento nazionale (1922). Anche oggi il castello
è proprietà privata, parte di una vasta azienda agario-vinicola
di proprietà del commendatore Silvio Nardi.
Nonostante sia stato usato più come residenza che come fortilizo,
Bibbiano si presenta ancora oggi nel suo fiero aspetto di castello medievale,
un massiccio quadrilatero cinto da fossato, la porta principale
dotata di ponte levatoio, due cinte murarie con feritoie, camminamento
di ronda e gran parte della merlatura guelfa intatta, due torrette
d'angolo con apparato difensivo a sporgere su beccatelli in pietra
(entrambe sul fronte occidentale, una integra e una scomparsa), mastio
centrale (la cui sommità è stata ricostruita dopo il
terremoto del 1909 e dotata di tetto appoggiato sulla pre esistente meraltura).
Il tutto è liberamente visitabile dall'esterno, l'interno solo
su appuntamento.
 
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