Castello di Monti
Foto di Silvio
Spediacci
Il villaggio di Monti sorge lungo la valle del torrente Taverone, per
raggiungerlo seguire le indicazioni verso Licciana Nardi dall'uscita 'Aulla'
della A15 Parma-La Spezia lungo la strada statale dell Cisa.
Già la leggenda vuole che sul sito del villaggio di Monti, sulla
sponda destra del fiume Taverone e precisamente nei pressi della sua Pieve,
sorgesse un'antica città distrutta dai Longobardi
durante la loro calata in Italia alla metà del VII° secolo [la
leggenda di Venelia?]. Proprio a sinistra dell'antica pieve sale la strada
che ci conduce alla località Monti Castello, posta su un colle dove
ancora oggi sorge il maniero medievale [seppure fortemente rimaneggiato
nel corso dei restauri conseguenti al terremoto del 1920] e dal quale si
gode una splendida vista sulla vallata sottostante.
Anche se quasi certamente sul sito sorgeva un precedente fortilizio del
XII° secolo con funzioni di sbarramento dell'importante via di comunicazione
di fondovalle [uno dei rami principali della via Francigena usato principalmente
per il transito delle merci fra Parma e Sarzana] l'esistenza del castello
è documentata con certezza solo a partire dal 1275. Per un buon periodo
dell'alto Medioevo tutta la zona compresa fra i torrenti Taverone e Civeglia
fu possesso dei Conti di Moregnano. In seguito Monti divenne pieno possesso
della famiglia Malaspina di Villafranca nel 1355 e agli inizi del 1400 formò
un feudo indipendente comandato dai marchesi Simone e Nicola.
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Attaccato e conquistato dai Genovesi nel 1449, Monti restò 14
anni sotto la signoria dei Campofregoso per poi tornare ai Malaspina che
intrapresero immediatamente opere di ampliamento e rafforzamento delle
strutture murarie. Nel 1500, in seguito al nuovo assetto territoriale
della Lunigiana, Monti fu incorporato nella circoscrizione del marchese
Spinetta Malaspina insieme a Licciana Nardi, Panicale, Bastia,
Terrarossa, Poedenzana e Suvero. Dopo soli 24 anni di pace il castello
fu espugnato dal condottiero Giovanni dalle Bande Nere. Tornato ai Malaspina,
nel 1638, alla morte dei Spinetta, il feudo si smembrò e Monti
divenne parte del Granducato di Toscana.
Il fortilizio ha struttura di rettangolo irregolare, dall'angolo di nord-ovest
svetta il possente mastio quadrato ancora dotato dei mensoloni in pietra
sui quali poggiava l'apparato difensivo a sporgere, visibile anche su
gran parte delle cortine murarie. Gli altri angoli sono rinforzati da
torri circolari di diverse dimensioni, nella più massiccia, a sud-est,
si apre la porta di accesso principale, un tempo dotata di ponte levatoio.
Lungo tutto il perimetro murato è chiaramente leggibile la merlatura
ghibellina a coda di rondine [di pietra rifinita con mattoni in cotto]
sebbene i vuoti siano stati murati per permettere all'ampio tetto a falde
di poggiarvi. Il castello è circondato da un bosco di lecci secolari,
sul fronte nord il grande prato che vediamo oggi fu quasi certamente il
cortile esterno del castello o piazza d'armi, protetto a sua volta da
mura oggi scomparse. Anche il borgo sottostante conserva tracce delle
antiche fortificazioni, soprattutto la porta occidentale, con l'arco originale
ancora integro e torrette angolari dotate di merlatura. Il castello di
Monti appartiene ancora ai discendenti dei marchesi Malaspina che lo usano
come residenza estiva. E' visitabile solo esternamente, salvo particolari
iniziative o occasioni.
 
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